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battera, cirashi, izakaya, migliori ristoranti giapponesi, Milano, okonomiyaki, omakase, ristoranti giapponesi, takoyaki, tonkatsu
Mentre facevamo un viaggio della speranza lungo cinque ore, Michela mi ha posto una domanda a cui è assolutamente necessario che risponda tramite il blog, perché non è la prima volta che mi viene posta: “Io e il mio ragazzo amiamo tantissimo andare al ristorante giapponese: quali sono i migliori di Milano secondo RuMi Mama?“.
Cara Michela, innanzitutto complimenti per la scelta del fidanzato: l’amore può tutto, ma se si hanno gli stessi gusti a tavola è meglio. Nell’affidarvi al consiglio di RuMi Mama siate pronti ad assaggiare la cucina giapponese cotta e cruda, di carne e di pesce, di pasta e di zuppe.
La mia raccomandazione per chiunque è quella di non fossilizzarsi mai sul binomio sushi-sashimi, perché significa perdere l’occasione di assaggiare delle vere delizie che non hanno molto a che spartire con la cucina italiana. Detto altrimenti: se nel menu di un ristorante giapponese leggete “sgombro alla griglia”, non immaginatevi il classico pesce alla griglia “all’italiana”, tipico delle grigliate al mare a Ferragosto, con la carne molliccia, l’occhio esploso, du’ fettine di limone e il mazzetto di odori ficcato nella pancia. Oltre a esser dei maestri di pesce crudo, i giapponesi sono cintura nera di griglia. Per non parlar delle zuppe, dei piatti a base d’uovo, dei fritti e del curry giapponese.
I consigli che seguono sono marchetta-free, limitati alla mia esperienza personale di cliente pagante e non basate sul sentito dire (per questo in elenco ci sono dei grandi assenti molto presenti nel bla-bla-bla godereccio milanese).
Sono consigli variegati, per tutte le tasche e vanno dalla cucina giapponese rigorosa al fusion, passando per i piatti più pop (quelli cucinati) ma comunque eseguiti sempre secondo le ricette tradizionali.
Sumire – Via Varese, 1 20121 Milano
Piccolo locale in zona Moscova, gestione giapponese. Qui ci sono stata sempre e solo a pranzo con amici che lavorano in zona: certamente ci si può mangiare sushi e sashimi ma il punto di forza, a mezzogiorno, sono i menu completi con pollo, maiale, manzo (principalmente fritti) e i menu di curry giapponese. Per quanto riguarda i fritti, lasciatevi andare senza timori perché sono preparati con cura e asciutti. Al Sumire preparano un buon tonkatsu: di solito tradotto come “cotoletta di maiale panata”, non è come la cotoletta alla milanese ed è un’esperienza da fare, ma qualsiasi preparazione è davvero un viaggio nei sapori e dei profumi del “cotto giapponese”. Spezzo una lancia a favore del curry alla giapponese che, essendo preparato con spezie, carni e verdure nonché servito con il riso, è saporito il giusto. Ogni giorno viene inoltre proposto un “menu del giorno” (per provarlo meglio arrivare presto, perché sono contati) <– non più *_*. I menu sono serviti in un vassoio con dei piatti molto belli e i prezzi sono ragionevoli (sui 17-18 euro bevande incluse)
Non ho ancora avuto modo di mangiarci la sera.
Prenotate sempre, non cercate di fare improvvisate altrimenti vi rimbalzano.
Tomoyoshi Endo – Via Vittor Pisani, 13 – Milano
Storico ristorante giapponese di Milano, qualsiasi cosa ordiniate siete sicuri che è preparato secondo i canoni della vera cucina nipponica. Potete scegliere se mangiare al tavolo o al banco. Partiamo dal tavolo: a pranzo ci sono i classici menu del giorno (ci sono stata solo una volta, tutto nella norma), la sera si ordina alla carta. Non fatevi intimidire dal menu che in parte propone in giapponese le specialità del giorno e dall’altra offre dei piatti cotti che all’apparenza sono appiattiti solo da una semplice traduzione in italiano. Per quanto riguarda le specialità del giorno chiedete al personale di servizio, perché vi sono inclusi piatti a base di ingredienti di stagione (verdure, pesce) cucinati alla giapponese. Io qui ho mangiato piatti indimenticabili che non erano in lista (la lingua di vitello, per esempio) e ho avuto modo di verificare che la mia ricetta del buta no kakuni è fedelissima nel sapore e nella consistenza.
Se volete lanciarvi su sushi e sashimi potete scegliere due vie: affidarvi alla rassicurante carta oppure chiedere di andare al banco e dire al maestro sushi la parola magica “omakase“, ossia “fai tu”. Non economico, per nulla fighetto, una pietra miliare per chi vuole il Giappone vero.
Osaka – Corso Garibaldi, 68 – Milano
Sono anni che non torno all’Osaka, ma come l’Endo è un ristorante giapponese originale. Ordinate a occhi chiusi qualsiasi cosa vi attiri, però leggendo ora il menu che è stato pubblicato online, mi commuovo a vedere la presenza del battera. Si tratta di una preparazione di sushi tipica di Osaka a base di sgombro marinato e dalla caratteristica forma a parallelepipedo. Quasi quasi ci torno a breve per mangiarlo assieme a tante altre cose.
Poporoya – Via Bartolomeo Eustachi, 17 – Milano
Il primo vero sushi bar di Milano non ha bisogno di presentazioni. C’è coda fuori? Fatela. Il locale è piccolo e stretto? Non importa. Bisogna mangiare e poi alzarsi subito? E chi siete voi, per negare ad altre persone il piacere di mangiare le stesse delizie che avete appena finito? La specialità del piccolo locale dal cuore grande grande è il cirashi, ossia una scodellona di riso con sopra una generosa montagna di pesce crudo misto. Prezzi pop per un sushi da manuale, commovente, originale.
L’Oasi Giapponese – Via Montecuccoli 8 – Milano
Alla fermata della rossa di Primaticcio (ramo Bisceglie) c’è questo locale che definisco “trattoria giapponese”. Anche qui si scatenano coi cotti, è uno dei pochi locali milanesi che ha nel menu l’okonomiyaki (nutrientissimo frittatone con dentro di tutto) e i takoyaki (polpette di polpo). Si può mangiare allo sfinimento senza spendere poi così tanti soldi, però prenotate perché è sempre pieno, ne uscirete soddisfatti.
Shokuji Tei – Piazzale Giovanni Delle Bande Nere, 9 – Milano
Alla faccia di chi spocchiosamente dice che “dopo la biforcazione di Pagano non è più Milano“, un’altra trattoria giapponese oltre le “colonne d’Ercole della M1”, dai sapori originali e casalinghi, “amica” di Poporoya. Questo locale è stato per molto tempo il mio rifugio il sabato a pranzo. Piccolo, spartanissimo, appena entri senti l’odore di brodo tipico dei ristorantini giapponesi. Qui si mangia dell’ottimo cirashi, il katsudon (ciotola con riso, cotoletta di maiale panata, il tonkasu e uovo), delle zuppe spettacolari. Andate sul sicuro anche con altri piatti cucinati (per esempio provate lo sgombro grigliato, ossia il saba no shioyaki, ma anche i calamari fritti). Nel locale c’è anche un piccolo angolo di supermarket dove trovate gli ingredienti di base, il riso, salse (c’è anche la famosa maionese giapponese) un frigo con dolcetti, pesce e preparazioni surgelate. A chi mi domanda perché “dopo Pagano” esistano il Shokuji Tei e L’Oasi Giapponese rispondo perché in zona c’è la scuola giapponese (asilo, elementari, non ricordo se medie…) e quindi è probabile che ci abitino molte famiglie giapponesi in Italia per lavoro.
Izakaya Sampei – Corso Vittorio Emanuele, 26/28, ingresso in Largo Corsia dei Servi – Milano
In Giappone l’izakaya è un locale tipo osteria dove si fa quello che noi definiremmo un aperitivo beve e si mangiano piccole portate.
L’Izakaya Sampei è un locale molto bello che strizza l’occhio sia alla fighetteria sia all’otaku (c’è davvero il pescatore Sampei disegnato su una parete). Anche qui si mangiano l’okonomiyaki (davvero buono) e i takoyaki, un’ottima selezione di fritture e tanti piatti alla griglia (c’è la piastra, il teppan, a vista dove vengono fatte le cotture alla griglia). Servono il wasabi fresco. Non una cucina giapponese rigorosissima su tutta la linea (ci sono alcune preparazioni col burro, in Giappone non è un ingrediente usato) ma davvero molto molto buona. A un certo punto hanno deciso di inserire i menu degustazione, ed è stata una scelta azzeccata, perché così è possibile fare un bel viaggio in questo mondo di assaggini. Cercate di mangiare all’aperto in terrazza, si sta molto bene.
Iyo – Via Piero della Francesca, 74 – Milano
Il primo ristorante giapponese a ricevere la stella Michelin in Italia. Ne ho parlato anche in questo post, perché servono il wasabi fresco. Il menu offre uniche specialità fusion dello chef (sono preparazioni da stella, meritano davvero, come il Toro no niwa – ventresca di tonno con terrina di foie-gras d’oca al mirin e sansho… leteralmente si scioglie in bocca), affiancate a tradizionali sushi e sashimi, preparati a regola d’arte con materie prime freschissime. La cucina, lo ripeto, è fusion, ma se volete del sushi e sashimi da urlo qui andate sul sicuro. Costa, ma sono soldi ben spesi.
Wicky’s – Corso Italia, 6 – Milano
Tengo per ultimo Wicky’s perché merita un discorso a parte, ci ho lasciato il cuore: in questo ristorante la cucina orientale si sposa alla perfezione con l’Occidente. Si tratta di una cucina fusion esclusiva: non la si trova altrove perché nasce dalla creatività e dalla personalità dello chef Wicky Priyan. Se Iyo è colore, Wicky’s è personalità e identità. Non so neanche quale piatto consigliarvi perché ho fatto il menu degustazione (con sushi, carpacci, ma anche piatti caldi): sono rimasta letteralmente a bocca aperta e (non la sto facendo più grossa di quel che è, lo giuro) per tre mesi non ho più avuto il coraggio di mangiare sushi e sashimi altrove, neppure in un ristorante giapponese vero. Trattandosi di cucina fusion comandano l’abbinamento di sapori, di consistenze, di ingredienti che arrivano da luoghi diversi e che si sono incontrati nelle mani di Wicky’s: qui la cucina giapponese si trasforma e raggiunge l’ultimo stadio di Super Sayan. Quando prenotate vi chiedono se volete essere serviti al tavolo o al banco. Al banco non si ordina alla carta ma ci si affida allo chef: vengono servite specialità del giorno (leggo circa 16 portate). Al banco non ho ancora mangiato, ma voglio andarci, devo solo capire quando: poi, visto che ormai ho iniziato a recensire ristoranti, credo che vi farò sapere da queste pagine com’è andata 😀