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bok choi, cavolo cinese, condimento, pak choi, ricette, semi di sesamo, tofu, wok, zenzero
Il pak choi, o anche bok choi, pak choy, bok choy (è un mondo difficile…) è quello che appare in uno dei banner di RuMi Mama e, genericamente, viene definito “cavolo cinese”. Tuttavia con questo nome viene chiamato anche un altro ortaggio, pure quello di provenienza orientale, e che sempre cavolo è. Quindi in primo luogo facciamo le presentazioni come si deve.
Signore e signori sono lieta di presentarvi i due fratelli stretti…
Entrambi fanno parte della grande e commestibilissima famiglia delle Brassicaceae, quindi sono parenti di cavolfiori, verze, cavolo cappuccio, broccolo, broccolo romanesco, cavolo nero, cavolo riccio, cavolo rosso, cavolo rapa, cavoletti di Bruxelles… ci siam capiti senza dover elencare tutti i tipi di cavoli che, durante l’inverno, la natura col suo orto ci offrono generosamente.
Il pak choi, si trova freschissimo e croccante negli alimentari etnici con un banco di fresco ortofrutta. Nella grande distribuzione italiana io non l’ho ancora visto (voi l’avete visto in qualche ipermercato? Nel caso segnalatemelo!), però viene coltivato anche da noi (nel negozio dove lo acquisto io, la provenienza indicata è l’Italia).
Se il vostro sguardo incrocia le morbide foglioline del pak choi, dategli una possibilità di passare per i vostri fornelli perché si tratta di un cavolo molto buono, veloce da cucinare, che si integra anche nelle ricette mediterranee senza nessun problema. Inoltre, buona notizia per chi non ama molto i cavoli (vi vedo, non nascondetevi, lo so che siete in tanti), nel pak choi il gusto di cavolo è molto delicato. Si può piazzare il pak choi nel minestrone, in qualche minestra, nel riso saltato o con gli udon asciutti… oppure lo si può usare come contorno e come spuntino del mezzogiorno.
Oggi, giusto per solleticare la vostra curiosità sul pak choi e non proporre una ricetta troppo complicata, lo cucino in modo molto rapido nel wok con un po’ di tofu. Se non avete il wok usate una padella. Se non vi piace il tofu, non mettetelo, che tanto non cambia proprio nulla, è una preparazione molto improvvisata: magari, che so, mettete delle carote tagliate a dadini. Ah, io ci metto pure un po’ di aglio… e vien da sé che se non vi piace l’aglio perché temete di non limonare più per l’eternità potete non metterlo, però a dirla tutta non è che un po’ di aglio in camicia comprometta la vostra vita sociale, eh… (aglio in camicia is “spicchio d’aglio intero con la sua buccia, buttato a soffriggere così com’è”). Ultima cosa poi non vi stresso più: io ci metto anche del peperoncino e dello zenzero fresco ma… (finite voi la frase).
AI FORNELLI, FORZA!
Prendete il pak choi, tagliategli il fondo, sciacquate le foglie dalla poca terra che ha addosso questo ortaggio (cresce sopra la zolla) e tagliatele a strisce larghe. La parte di gambo è più spessa e ci mette un po’ più tempo a cuocere, quindi di solito metto nel wok prima i pezzi di gambo, poi quelli di foglia. Mettete il wok sul fornello con poco, pochissimo olio (e se non volete mettere l’olio, versate dell’acqua) e lo spicchio d’aglio, buttateci dentro i gambi, due/tre cubetti piccoli di zenzero fresco e fate rosolare un po’ il tutto. Quando cominciano ad ammorbidirsi i pezzi di gambo buttate quasi tutti i pezzi delle foglie (lasciatene poche poche da parte per la guarnizione finale). Man mano che il cavolo si cucina aggiungete della salsa di soia per insaporire: quando mettete la salsa di soia, i suoi sali faranno cacciar fuori l’acqua del cavolo. È questo il momento di alzar la fiamma per asciugarlo, rigirando per evitare che bruci. Sbriciolate dentro del peperoncino, buttate un po’ di semi di sesamo, e infine i cubetti di tofu. Spadellate finché tutto è asciutto (fate asciugare, non abbiate fretta, è meglio): servite in una ciotolina guarnendo con le strisce di foglioline non cotte e una spolverata di semi di sesamo. BONO, e se avrete cotto tutto bene, i pezzi di gambo saranno rimasti croccanti e saporiti. E se lo avete in casa, metteteci anche del cipollotto tagliato a rondelle: è la morte sua.