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Lo scorso weekend c’era una bella occasione da festeggiare, quindi sono andata a cena in dolce compagnia nel primo ristorante giapponese d’Italia che nel 2014 è stato insignito della stella Michelin: è l’Iyo di via Piero della Francesca a Milano.
Ogni tanto gli amici mi chiedono perché non recensisca i ristoranti in cui vado. Il motivo è che c’è chi lo fa da ben prima di me e soprattutto non trovo molto sensato scrivere post solo su ristoranti di Milano, città in cui vivo e dove già esiste un nutrito plotone di food blogger ben connessi e in grado di segnalare le tendenze con la puntualità caratteristica di chi lo fa per lavoro ed è quindi in contatto con gli uffici stampa.
Tuttavia ci sono dei locali dei quali vale la pena parlare non tanto per mettere la bandierina del “io ci sono stata”, ma perché fanno la differenza: questo è il primo, ma ce ne sono altri che meritano una menzione su RuMi Mama e dei quali SO che sarebbe stato meglio vi parlassi prima. Rimedierò.

L’Iyo la differenza la fa perché è il primo ristorante dove finalmente ho avuto l’occasione di assaporare pienamente il wasabi fresco. Uno dei post più di successo di questo blog è proprio quello dedicato al wasabi, dove spiego che quello che siamo abituati a mangiare col sushi è rafano colorato di verde, mentre il wasabi è una radice botanicamente simile ma dal gusto diverso. E se lo volete assaggiare, all’Iyo lo potete fare.

Per il vero wasabi non potevo non sfoderare lo smartphone a tavola e fare uno scatto :)

Per il vero wasabi non potevo non sfoderare lo smartphone a tavola e fare uno scatto 🙂 Non prima di averlo assaggiato, però!

Ed eccolo, in questa immagine, il “grumetto” di wasabi che accompagnava il delizioso piatto misto di gunkan (i bigné di sushi) che mi hanno proposto, assieme ad altri piatti, per assaporare le specialità di Iyo. Appena lo si mette in bocca si prova una sensazione davvero diversa da quella che sale subito al naso, tipica del comune rafano. Il vero wasabi è subito balsamico, rinfrescante e poi pungente ma non in modo intollerabile: insomma, un’esperienza da fare per sapere cosa significhi davvero WASABI.
Ho anche mangiato (ma non fotografato, chiamatemi pure “blogger riservata”) un’altra preparazione a base di wasabi: è il Zuke Maguro, ossia “tonno scottato e marinato nella salsa di soia con crema al wasabi”. In questo caso si trattava di un trito di wasabi dal sapore sempre pungente e balsamico da mettere sopra alle sottili fette di tonno scottato.

Il menu di Iyo, come la sua carta dei vini, è davvero ricco: ci potete trovare specialità fusion (le creazioni dello chef, sono queste quelle che ho preferito ordinare) e le tradizionali preparazioni di sushi giapponese, dagli uramaki al sashimi, passando per yaki soba e yaki udon. Le materie prime sono fenomenali, le preparazioni accurate e di livello veramente superiore. Se poi vi lasciate intimidire dai prezzi del menu e dalla stella Michelin vi rassicuro doppiamente: andateci. L’ambiente è accogliente e informale, per coppie e per famiglie, i coperti sono molti e c’è tanto andirivieni di gente. Il personale di servizio è molto disponibile, poco ingessato e pronto a consigliarvi, chiedete, chiedete quello che volete. Se davvero amate il cibo giapponese come sento dire da molti, andate tre volte di meno in un cino-giappo “da sbarco”, così vi salterà fuori il budget per mangiare da Iyo e unscirne soddisfatti dopo aver cenato ad alto livello: non è un ristorante dalla cucina giapponese rigorosa e didascalica, ma un fusion con una personalità molto asiatica e colorata. Se siete di Milano andateci.