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aglio, asia, cavolo cinese, corea, fermentazione, frigoriferi, kimchi, lg, peperoncino, salsa di pesce, samsung, zenzero
Marchio Korean Kimchi
Prodotto da è un mistero.
Prodotto in Taiwan
Nome sulla confezione Korean Kimchi
Claim in ideogrammi cinesi
Peso netto 369 grammi (circa 12 porzioni)
Importato da Rocam International (Olanda)
Pagato circa due euro
Il kimchi sta ai coreani come la pastasciutta agli italiani: è un piatto nazionale, una specialità alla base della loro alimentazione. Pensate che l’astronauta coreana Yi So-yeon si è portata le proprie razioni di kimchi nello spazio nel 2008, durante la missione Soyuz TMA-12 verso la Stazione Spaziale Internazionale (nota per i nerd: in quella missione, come turista, ha viaggiato anche una persona molto nota nel mondo dei videogiochi, ossia Lord British, il signor Richard Garriott).
Ma non divaghiamo… in cosa consiste il kimchi?
Si tratta di un gustoso (oddio, dipende dai gusti…) accompagnamento presente su tutte le tavole coreane a base di verdura fermentata. FER-MEN-TA-TA.
Non c’è un’unica ricetta di kimchi, ne esistono varie versioni regionali e casalinghe: il kimchi più tradizionale contiene cavolo cinese, aglio, zenzero, peperoncino, salsa di pesce, cipolla e cipollotto, sale. La preparazione prevede che gli ingredienti, mescolati tra loro, riposino in contenitori sigillati per qualche giorno e conservati in luogo fresco (storicamente veniva chiuso in vasi di terracotta che poi venivano messi sotto terra), per poi trasformarsi in un piatto fatto per accompagnare il riso bianco, o per insaporire le zuppe. Su YouTube trovate anche qualche signora coreana che vi spiega come preparare le verdure per il kimchi: non è neanche troppo complicato, però la salsa di pesce, assieme al sale, è un ingrediente fondamentale per avviare la fermentazione, e quella non si trova ancora facilmente nei nostri supermercati tradizionali: bisogna per forza andarla a comprare negli shop etnici (la salsa di pesce è fatta a sua volta con pesce fermentato, ed è molto utilizzata nella cucina del Sud Est asiatico per cucinare zuppe, pesce e anche carne).
In Corea il kimchi viene fatto in casa, ed è un elemento talmente fondamentale che nelle cucine coreane accanto al normale frigorifero c’è anche uno speciale frigorifero “a cassetti” per il kimchi. Ne esistono di tantissime marche, per esempio, tra quelle note qui in Occidente, di Samsung e LG. Perché non usare un frigorifero normale per conservare il kimchi? Perché per la fermentazione serve una temperatura costante e uniforme attorno al contenitore. Inoltre vorrei aggiungere una considerazione personale: avete mai fatto il lievito madre? Pur con tutta la cura e le attenzioni per isolarlo dal resto del cibo, impesta del suo odore qualsiasi altra cosa presente nel frigorifero, quindi mi par anche sensato che, se una famiglia coreana produce kimchi da mangiar tutto l’anno, lo conservi in un elettrodomestico a parte, in contenitori sigillati.
Due stilosi ed enormi frigoriferi prodotti da LG, uno normale e uno per il kimchi che vedete a partire dal secondo 00:36.
Dopo questo breve excursus introduttivo, passiamo alla prova sul campo di questo kimchi in barattolo che ho acquistato in un negozio di via Paolo Sarpi. Questo, il primo che ho preso, è stato prodotto a Taiwan. In un altro negozio, nel frattempo, ne ho trovato un altro in scatola e prodotto in Korea.
Una volta aperto, si sente un sacco l’odore del peperoncino mescolato a quello delle verdure, e che non è poi così piacevole. Dentro ci sono foglie di cavolo tagliate sottili, ma anche grandi pezzi di gambo molto ammorbiditi dalla fementazione, e qualche striscia di carota. Tutto naviga nel peperoncino e nel liquido cacciato dalle verdure. Io l’ho mangiato assieme a del riso scondito cucinato al vapore e come prima cosa credo di aver sbagliato le dosi, e di essermene servita troppo. Anche perché il barattolo indica 12 porzioni, mentre io ehm… ho finito la confezione in due pasti.
Tutto sommato non è malvagio (sarà che a me il cavolo piace e il piccante non mi dà particolare fastidio), ma confesso di non trovarlo così succulento da essere stata folgorata sulla gastronomicissima via verso le Indie. Di certo non aiuta il fatto che questo sia un prodotto preconfezionato e non fatto da una nonnina coreana,
tuttavia lo consiglio solo a chi ha voglia di emozioni forti, ama la verdura, ed è un po’ incuriosito dalla cucina coreana.
Ora, scusatemi, vado a farmi un the caldo, che devo fare il ruttino.
Giudizio di RumiMama: Mah, sì, non è cattivo eh. Solo che… Mmbah. Mmboh. Magari una volta che vado al ristorante coreano provo a mangiarne uno serio.